< Previous30 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 30 calore lavorano con olio diatermico, che mantiene la temperatura a un valore stabile. Poi il calore viene scambiato dall’olio diatermico al fluido organico e l’elettricità viene generata dall’unità ORC. I sistemi ORC di recupero calore nell’industria del cemento possono ge- nerare fino al 20% del consumo di elettricità della cementeria. In Europa ci sono più di 250 cementifici e il potenziale teorico stimato per gli ORC è di circa 570 MWe. Gli impianti di recupero di calore ORC già in funzione, sono riportati nella Tabella 1. Figura 5 - Sistema di recupero del calore con tecnologia ORC nell’industria del cemento - layout tipico. Tabella 1 - Impianto ORC di recupero calore nell’industria del cemento.31 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 31 8. Recupero di calore nei processi industriali e nelle Gas Compression Station 8.2.2 Industria del vetro La richiesta di energia (elettrica e termica) per la produzione di una ton- nellata di vetro cavo è stimata intorno a 1 MWh. Nel caso del vetro piano, che richiede un livello di purezza superiore, il fabbisogno è quasi doppio (6,5 GJ/t, ovvero 1,8 MWh/t) 4 . Mediamente, circa il 30% del totale dell’energia fornita durante il processo produttivo viene dispersa nei gas di scarico. Solo una mi- nima parte dell’energia termica contenuta nei gas di scarico può essere riuti- lizzata internamente agli stessi processi di produzione del vetro. Le condizioni di processo consentono di recuperare calore a temperature che permettono la produzione di energia elettrica mediante ciclo ORC con efficienze relativa- mente elevate. Il progetto finanziato H-REII 5 (Heat Recovery in Energy Intensive Indu- stries) stima, per il settore nazionale della produzione di vetro, un potenziale complessivo di 22 impianti di recupero calore installabili per una potenza pro- ducibile di 22 MWel, corrispondente a circa 160 GWh/anno 6 di produzione di energia elettrica. Uno degli aspetti interessanti è l’ottenimento di cospicui risparmi energetici con un numero limitato di interventi. I prodotti di vetro possono essere divisi in vetro piano, vetro per conteni- tori e altri. Il processo di produzione di vetro piano è un processo continuo con ore annuali di funzionamento di solito superiori a 8 mila ore ed un ciclo di vita dell’impianto di quasi quindici anni. Il recupero calore con tecnologia ORC da impianti di vetro per contenitori è teoricamente fattibile, ma attualmente non ci sono referenze. Gli impianti di vetro per contenitori nell’UE27 sono più di 170, mentre i forni di vetro piano sono 58. In Figura 6 è riportato un tipico schema di processo. 4 Fonte: “Reference Document on Best available Techniques in the Glass Manufacturing In- dustries”, European IPPC Bureau, Draft 2 July 2009, pagg. 4, 9, 13, 88. 5 http://www.hreii.eu/it/index.php 6 Considerando 6500 h/anno di funzionamento del processo produttivo.32 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 32 I forni per vetro piano sono solitamente alimentati con gas naturale. I gas di combustione possono essere raffreddati in una quenching tower (seguendo uno schema tradizionale) o scambiare la loro energia termica con uno scam- biatore di calore a olio termico. L’olio termico alimenta l’unità ORC che, a sua volta, converte l’energia termica in elettricità. I dati di progetto per un ORC da 1,2 MWe installato in un sistema di recupero di calore da un forno per vetro piano sono riportati nella Tabella 2. Il principale problema tecnico è legato alla composizione dei gas di scari- co: se questi risultano essere corrosivi, lo scambiatore di calore può essere co- struito con idonei materiale o deve essere pulito regolarmente. Gli scambiatori di calore nel settore del vetro di solito hanno un design peculiare e/o sistemi di pulizia automatica per prolungare gli intervalli di pulizia. Seguendo questo layout, lo scambiatore di calore del sistema di recupero del calore bypassa la quenching tower per minimizzare l’impatto sul processo: in caso di problemi relativi al sistema di recupero del calore, i gas esausti sono diretti alla quen- ching tower già esistente. Nella parte inferiore del sistema di recupero calore, potrebbe essere necessario un ventilatore aggiuntivo, al fine di rispettare la portata richiesta dal sistema di trattamento dei fumi. Figura 6 - Sistema di recupero calore con tecnologia ORC nell’industria del vetro, tipico layout.33 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 33 8. Recupero di calore nei processi industriali e nelle Gas Compression Station Nella Tabella 3 sono riportate le referenze degli impianti di recupero di calore con ORC nell’industria del vetro. Tabella 2 - Dati di progettazione ORC per un impianto di recupero del calore del forno per vetro piano. Tabella 3 - Impianto ORC di recupero calore nell’industria del vetro. 8.2.3 Industria siderurgica-forni di riscaldo La siderurgia è un settore industriale molto complesso se si considerano le tipologie di processi industriali in esso comprese. Valutando le caratteristiche della siderurgia italiana, il progetto H-REII si è focalizzato sull’analisi del poten- ziale recupero calore in due processi del settore dell’acciaio: l i processi di deformazione meccanica a caldo (forge e laminatoi), dove la fonte di calore del sistema di recupero è rappresentata dai gas esausti provenienti dai forni di preriscaldo (tipicamente alimentati a gas natura- le) dell’acciaio. Per un forno di riscaldo tipico, il flusso di energia corri- spondente ai gas di scarico è poco meno del 30% dell’energia termica proveniente dalla combustione del gas naturale, che può essere stimata, mediamente, in circa 1,55 GJ/t (430 kWh/t) 7 . È quindi evidente come un sistema aggiuntivo di recupero di calore dai gas di scarico sia quantome- no consigliabile. Il sistema di recupero calore più semplice è sicuramente il preriscaldo dell’aria comburente, però laddove un recupero termico 7 Fonte: “Reference Document on Best available Techniques in the Ferrous Metal Proces- sing”, European IPPC Boureau, December 2001 – pag. 6434 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 34 non fosse possibile, o fosse poco utile, o non sfruttasse l’intera potenza termica disponibile, l’alternativa della generazione di elettricità è di sicu- ro interesse; l il processo di fusione mediante forno ad arco elettrico (forno di fusio- ne del rottame di acciaio mediante l’utilizzo di un arco elettrico; noto in letteratura come EAF Electric Arc Furnace). Considerando il bilancio di energia per un EAF di taglia media (capacità di 100 ton.), si ottie- ne che l’energia termica contenuta nei gas esausti, che viene dissipata per mezzo dei diversi sistemi di raffreddamento (condotto pipe to pipe, quenching tower, ecc.), è pari a circa il 20% dell’energia fornita all’EAF; si ottiene quindi che la potenza termica dissipata (recuperabile) è di cir- ca 15÷20 MWt 8 . Da tale considerazione è evidente come nel proces- so di fusione dell’acciaio vi siano considerevoli potenzialità di recupero calore. Va inoltre considerato che gli impianti di depurazione dei fumi provenienti dal processo di fusione dell’acciaio sono sistemi fortemente energivori, con potenze elettriche installate dell’ordine dei 4-7 MWel; quindi, l’installazione di un sistema per il recupero di calore finalizzato alla produzione di energia elettrica, ne ridurrebbe fortemente (in alcuni casi annullerebbe) il consumo elettrico. Va inoltre detto che le valutazioni di potenziale in questo settore sono an- cora sottostimate non avendo preso in considerazione anche agli altri processi tipici del settore. 9 Tenuto conto delle precisazioni di cui sopra, Il progetto H-REII stima, per il settore nazionale della produzione di acciaio, un potenziale complessivo di: l 15 impianti di recupero calore installabili a valle di forni di riscaldo, per una potenza producibile di 19,3 MWel, corrispondente a circa 126 GWh/ anno 10 di produzione di energia elettrica. l 20 impianti di recupero calore installabili a valle di forni ad arco elettrico, per una potenza producibile di 55,6 MWel, corrispondente a circa 360 GWh/anno 11 di produzione di energia elettrica. Come evidenziato dai risultati del progetto, il grande potenziale di recu- 8 Fonte Draft Reference Document on Best Available Techniques for the Production of Iron and Steel, draft July 2009, pag. 460); 9 Non vengono presi in esame gli impianti di produzione dell’acciaio a ciclo integrale, le coke- rie e gli impianti di sinterizzazione. 10 Considerando 6500 h/anno di funzionamento del processo produttivo. 11 Considerando 6500 h/anno di funzionamento del processo produttivo.35 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 35 8. Recupero di calore nei processi industriali e nelle Gas Compression Station pero calore dell’industria siderurgica è maggiormente legato ai residui termici nel processo di fusione mediante forno ad arco elettrico, un potenziale oggi poco esplorato e che rappresenterà nei prossimi anni un’opportunità rilevante di valorizzazione dei fumi esausti di siderurgia. 8.2.4 Industria siderurgica Nell’industria siderurgica sono stati sviluppati dei prototipi di sistemi di re- cupero di calore con tecnologia ORC da due fonti di calore: gas di scarico dei forni di riscaldo degli impianti di laminazione a caldo e il ciclo di produzione Electric Arc Furnace. A febbraio 2013 è stato avviato il primo prototipo ORC che produce elettricità recuperando il calore dai gas esausti puliti (combustio- ne di gas naturale) di un forno di riscaldo nei laminatoi a caldo (cfr schema semplificato in Figura 7). Figura 7 - Sistema di recupero calore con tecnologia ORC dai gas di scarico dei forni di riscaldo nei laminatoi a caldo.36 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 36 Nella Tabella 4 sono riportati i dati di progettazione di un impianto. 8.2.5 Industria petrolchimica 12 La direttiva quadro sui rifiuti (Waste Framework Directive, WsFD-2008), nata dall’aggiornamento della precedente legislazione nazionale ed europea sui rifiuti, stabilisce misure per proteggere l’ambiente e la salute umana pre- venendo o riducendo gli effetti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti. La legislazione fornisce una definizione e una classificazione dei rifiuti e impone una gerarchia che persegue necessariamente una riduzione della pro- duzione di rifiuti. L’impatto maggiore per l’industria coincide con il riciclaggio/ riutilizzo di oli e lubrificanti esausti o per il recupero della loro energia chimi- ca residua. La gassificazione è stata storicamente studiata e sviluppata solo per l’uso del syngas negli impianti chimici. Negli ultimi decenni è stato fatto un grande sforzo per portarla nell’industria energetica con successo in diversi progetti europei ed americani (supportati dal Department Of Energy). La ricerca sulla gassificazione si è concentrata negli ultimi anni sull’ottimiz- zazione delle condizioni operative dei gassificatori con lo scopo di recuperare l’energia chimica contenuta nel syngas dei cicli combinati (IGCC). Questa so- luzione garantisce l’alta efficienza ma, a causa della complessità dell’impianto, richiede elevati costi e quindi risulta essere profittevole per impianti di molti MW. L’utilizzo delle unità ORC a scambio diretto di calore permette di dimi- 12 HREII project, Annex 4.2.II, “EU Paper: ORC waste heatrecovery in European Energy Inten- sive Industries” Tabella 4 - Dati di progettazione per un impianto ORC di recupero del calore del forno di riscaldo del laminatoio a caldo.37 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 37 8. Recupero di calore nei processi industriali e nelle Gas Compression Station nuire l’intensità energetica dei processi industriali petrolchimici, recuperando calore di scarto per generare elettricità e consentendo un migliore utilizzo dell’energia primaria. Il basso livello di temperatura all’uscita dell’ORC è an- cora potenzialmente in grado di soddisfare le esigenze del sito industriale. Pur trattandosi di una tecnologia matura per il recupero calore residuo, la sua applicazione nel settore petrolchimico non è comune. Inoltre lo sviluppo dello scambiatore di calore diretto permette un’ulteriore semplificazione nell’archi- tettura dell’impianto. La Figura 8 mostra lo schema di percorso per la produzione di vari fanghi di raffineria che può essere utilizzato come materia prima la centrale elettrica. Figura 8 - Sistema di recupero di calore con tecnologia ORC da fanghi petrolchimici 13 . 8.2.6 Stazione di compressione del gas Le infrastrutture di trasporto del gas naturale sono tipicamente basate su unità di turbine a gas (gas turbine, GT), utilizzate per realizzare la compres- sione del gas naturale in stazioni di compressione del gas (Gas Compressor Station, GCS), collocate ogni 100-200 km circa, per mantenere la pressione del gas in media intorno ai 70 bar, ma con casi tipicamente nell’intervallo 40-120 bar. Anche nei campi di stoccaggio del gas (Gas Storage Fields, GSF) il gas viene immesso nell’infrastruttura per mezzo di turbine a gas. Queste stazioni 13 HREII project, Annex 4.2.II, “EU Paper: ORC waste heat recovery in European Energy Inten- sive Industries”38 COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI 38 utilizzano una parte del gas convogliato; il GCS è tipicamente composto da almeno due GT, di cui una svolge il ruolo di backup. Le GCS possono essere divise in stazioni base load, che lavorano di continuo, circa 8 mila ore l’anno, e da stazioni stagionali generalmente situate in regioni calde, che lavorano meno di 4 mila ore l’anno. La potenza ORC è stimata ~30% della potenza GT. I risultati sono riportati nella Tabella 5. Escludendo la Russia, 1304MW di potenza lorda ORC possono essere installati nelle centrali a gas dell’UE27, con una produzione di elettricità fino a 10,43 TWh all’anno e gas serra evitati pari a 3,7 milioni di tonnellate. Tabella 5 - Potenza della turbina a gas e potenza ORC nella stazione di compressione del gas14 14 HREII project, Annex 4.2.II, “EU Paper: ORC waste heat recovery in European Energy Inten- sive Industries”39 7COGENERAZIONE E RECUPERI TERMICI N el corso degli ultimi vent’anni sono numerose le misure con- tenute in documenti di policy, di indirizzo e di attuazione nonché di tipo strategico che hanno interessato il settore della cogenerazione. Tali misure si inquadrano in un contesto normativo mol- to complesso che punta a regolare il mercato dell’energia in una fase di transizione del Sistema Energetico verso la decarbonizzazione. Il presente capitolo illustra le norme che riguardano la cogenerazione in- serite nel più ampio ventaglio di provvedimenti assunti sia a livello europeo che italiano partendo dal Protocollo di Kyoto e passando per la Strategia Na- zionale del 2013 fino a quella del 2017. Gli atti di politica o di attuazione sono elencati in senso cronologico. 9.1 Dal protocollo di Kyoto alla Strategia Energetica nazionale (SEN) del 2017 Il 7 dicembre 1997 oltre 160 Paesi, partecipanti alla Conferenza delle Parti della Convenzione sui Cambiamenti Climatici, firmarono il cosiddetto Proto- collo di Kyoto che sanciva l’intenzione di avviare un’azione concertata a livello di Governi, per la riduzione delle emissioni dei gas serra 1 responsabili del ri- scaldamento dell’atmosfera e dunque dell’aumento della temperatura a livelli insostenibili per il mantenimento della vita nel Pianeta. Con la sottoscrizione del Protocollo, i Paesi firmatari si impegnavano a ridurre del 5,2%, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni di gas entro il 2012. Il Protocollo assume che i vincoli sulle emissioni siano posti principalmente a carico delle economie più industrializzate nel rispetto del principio di «respon- 1 Anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido di azoto (N2O), esafluoruro di zolfo (SF6), idrofluorocarburi (HFCs) e perfluorocarburi (PFCs) 9. La normativa nel settore della cogenerazione nel quadro di riferimento delle politiche energetiche dal protocollo di Kyoto alla SEN 2017Next >