< Previous20 IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA 20 forma di gas liquefatto (Bio-LNG) per l’alimentazione di mezzi di trasporto pe- santi a lunga percorrenza, treni e motonavi, dal momento che queste tipologie di trasporti (così come quello aereo) sono, allo stato attuale, settori di difficile elettrificazione in cui l’impiego di Bio-LNG presenta interessanti opportunità di sviluppo che potrebbero compensare la prevista riduzione della domanda nel segmento dei trasporti leggeri in conseguenza della crescente diffusione dei veicoli elettrici. Più in generale, dal momento che il biometano è identico al gas naturale, una volta immesso nella rete dei metanodotti, può essere trasportato dovun- que e impiegato al posto del metano di importazione sia per gli usi domestici sia per quelli industriali e per la generazione di elettricità. Per dare qualche numero, nel 2020 il metano importato copriva il 93% dei consumi nazionali, e la produzione dei nostri giacimenti solo il 7% 9 . Le stime più attendibili sul potenziale produttivo a livello nazionale al 2030 sono pari a circa 6,5 miliardi di m 3 /anno di biometano da sole biomasse agricole e agroindustriali (senza considerale quello che può essere prodotto dalla digestione anaerobica di FORSU e fanghi di depurazione) 10 , un quantitativo decisamente maggiore dei 4 miliardi di m 3 di gas naturale estratti sul territorio nazionale nel 2020, che corrispondono al 9,1% dei consumi attuali (71,3 miliardi di Sm 3 nel 2020). Il nostro Paese potrebbe destinare tutto il biometano autoprodotto al consumo e conservare nel sottosuolo il gas naturale come riserva strategica. Data la sua flessibilità di impiego, il biometano rappresenta per il settore del biogas un’importante opportunità di affacciarsi a nuovi mercati e contribu- ire attivamente al processo di transizione energetica ed ecologica. Gli obiettivi e le progettualità contenuti nel PNRR, dove nell’ambito della Componente Energia Rinnovabile, Rete e Mobilità Sostenibile della Missione 2, Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, uno specifico capitolo è dedicato agli investi- menti per lo sviluppo del biometano, al quale vengono destinati 1,92 miliardi di euro 11 , permetteranno di stimolare la riconversione di numerosi impianti di biogas verso la produzione di biometano, consentendo all’azienda produttrice di trasformarsi in una vera e propria piattaforma di economia circolare. In particolare, il PNRR prevede investimenti a sostegno di tutta una se- rie di misure, dalla riconversione e incremento dell’efficienza degli impianti di biogas agricoli alla realizzazione di nuovi impianti e all’implementazione 9 MiTE, Situazione energetica nazionale 2020 - luglio 2021 10 CIB, Farming for Future - dicembre 2020 11 Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - 7 maggio 202121 IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA 21 2. Criticità e prospettive di modalità di gestione degli impianti che riducano fortemente le esternalità negative, fino alla sostituzione di macchine agricole a altri mezzi obsoleti e a bassa efficienza con nuovi veicoli alimentati a metano/biometano. Con questa serie di interventi, si prevede di incrementare la produzione di biometano da destinare al “greening” della rete gas fino a un quantitativo di circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi. Infine, per quel che riguarda i biocarburanti liquidi, quelli attualmente uti- lizzati (biodiesel, etanolo e ETBE), essendo chimicamente diversi dagli idro- carburi, presentano comunque problemi di compatibilità che ne limitano le percentuali di miscelazione con gasolio e benzina, e sono del tutto inadatti per l’impiego nei motori degli aerei. Per queste ragioni, i biocarburanti conven- zionali, o di prima generazione, dovranno essere in futuro sostituiti da nuove tipologie di prodotti, biocarburanti avanzati e i cosiddetti biocarburanti “drop- in”, sostanzialmente analoghi ai combustibili di origine fossile e ottenuti, con diverse tecnologie, sia da materie prime di origine agricola che da biomasse residuali. Esistono già nel nostro Paese importanti realtà industriali, in particolare nel campo della produzione di biocarburanti “drop-in” da oli vegetali idro- trattati (HVO), e alcune produzioni pilota basate su trattamenti termochimici (pirolisi, gassificazione) di biomasse lignocellulosiche o rifiuti ad alto contenuto di carbonio di origine biogenica o meno. In ogni caso, si tratta di tecnologie che risentono fortemente delle economie di scala e possono essere realistica- mente applicate solo in contesti di grandi impianti, come quelli attualmente esistenti nel settore della raffinazione dei prodotti petroliferi. L’effettiva ricaduta dello sviluppo di queste produzioni sul territorio e sul comparto agro-forestale nazionale è legata quindi alla disponibilità degli in- genti quantitativi di materie prime necessarie e alla sostenibilità della loro col- tivazione (nel caso di produzioni agricole dedicate) e/o delle filiere di raccolta, trattamento e trasporto, anche su lunghe distanze. Considerato che il PNIEC dell’Italia si pone un obiettivo molto più ambi- zioso rispetto a quello della Direttiva 2001/2018 UE (RED II), prevedendo una quota di energia da FER nei consumi finali lordi di energia nel settore dei tra- sporti pari al 22% a fronte del 14%, e che tale quota dovrà essere coperta da un mix di rinnovabili (con un consistente contributo dell’energia elettrica) in cui i biocarburanti rivestiranno ancora un ruolo determinante, riuscire ad aumen- tare in modo significativo la quota di materie prime di origine nazionale per la loro produzione costituirà una sfida particolarmente impegnativa.22 IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA 3. Comunicazione e confronto con i cittadini e le istituzioni T utte le Associazioni che operano nel mondo delle FER - perfet- tamente rappresentato dal Coordinamento FREE - sostengono da sempre che per compiere l’attesa “rivoluzione energetica” occorra anche una “rivoluzione culturale”. Nel corso degli anni però, e in incomprensibile contrad- dizione con la necessità di perseguire il contrasto al cambia- mento climatico, da parte di alcuni soggetti, che trovano spazio anche sui mass media, si assiste a iniziative contrarie alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e non solo quella collegata alle bioenergie. Queste posizioni riescono ad aver presa ponendo l’accento su presunte esternalità negative che possono derivare dagli impianti, soprattutto quando manca un adeguato livello di informazioni corrette e di processi deci- sionali inclusivi e partecipati. Cittadini, istituzioni e mass media devono essere considerati soggetti per- fettamente integranti le filiere energetiche. Per tale motivo è fondamentale garantire, a tutti i livelli, la piena e corretta percezione dei benefici intrinsechi legati agli impianti a biomasse e alle filiere di approvvigionamento a essi col- legati. L’aver sottovalutato questo elemento da parte degli operatori della filie- ra e delle loro associazioni accompagnato, in alcuni casi, dalla mancanza di coraggio nel prendere posizioni chiare e decise nei confronti di quei progetti e impianti che non rispettavano tutti i criteri di sostenibilità e circolarità e il riconoscimento delle peculiarità ambientali e paesaggistiche, nonché la mas- simizzazione delle ricadute positive per il territorio e le popolazioni locali, ha di conseguenza generato fenomeni di scetticismo o di opposizione nei confronti di impianti legati a filiere di valorizzazione energetica delle biomasse. Informazioni e concertazione costituiscono quindi un presupposto in- dispensabile per arrivare a un “patto” fra le parti (produttori, istituzioni 23 IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA 23 3. Comunicazione e confronto con i cittadini e le istituzioni pubbliche, centri di ricerca e associazioni ambientali, dei consumatori, da- toriali, sindacali, ecc.), individuando progettualità sulle quali vi sia una pie- na condivisione rispetto all’utilità per il territorio interessato, perché più adatte alla creazione di valore aggiunto in termini di occupazione e ric- chezza, o perché maggiormente integrati con ambiente e paesaggio e/o più capaci di sviluppare percorsi virtuosi di economia circolare e riduzione della CO 2 , come necessario per salvaguardare l’ecosistema e il futuro delle nuove generazioni. In altri termini, è necessario identificare, con criteri chiari e riconosciuti, gli impianti ben fatti e virtuosi e, in particolare nel caso delle bioenergie, le buone prassi per la corretta gestione dell’intera filiera di approvvigio- namento, utilizzazione della biomassa e restituzione ai suoli del materiale organico e di tutti i residui del processo di trasformazione. Solo in questo modo i progetti “concertati” non correranno più il rischio di subire stru- mentalizzazioni, sospensioni o boicottaggi, come successo in questi ultimi anni a numerose iniziative, anche estremamente virtuose, perché dovranno essere supportati, all’unisono, da tutti (istituzioni pubbliche, imprese, uni- versità, mass media, ecc.). Se si intendono raggiungere gli obiettivi climatici e ambientali prefissati dalle varie agende mondiali, europee e nazionali e avviare una ripresa del Paese basata anche sulle straordinarie opportunità delle produzioni e tecno- logie green, si rende necessario proporre con coraggio e determinazione una nuova “vision” del settore che sappia identificare le buone prassi per aiutarle a esprimersi al massimo, perché in Italia esistono eccellenze imprenditoriali e professionali che devono essere adeguatamente supportate, così come è opportuno indicare con forza le soluzioni tecnologiche che, pur inserendosi nel complesso delle fonti rinnovabili, non rispettano tutte le caratteristiche di virtuosità nei confronti non solo della generazione di energia pulita, ma anche di ricadute sul lavoro, sul territorio e sull’ambiente. 3.1 Azioni suggerite e traguardi da raggiungere: l monitorare attentamente il dibattito sul futuro “pacchetto” di revisione normativa FIT for 55, e in particolare sull’armonizzazione delle norme comunitarie previste per i diversi settori; l armonizzare le politiche di indirizzo e i relativi strumenti normativi a li- vello europeo (RED II, Efficienza energetica, ETS, Renovation wave) per ottimizzarne l’efficacia;24 IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA 24 l includere all’interno della Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED) il prin- cipio di stretta interconnessione tra gli interventi di efficienza energetica e di penetrazione delle fonti rinnovabili; l attuare una revisione della Direttiva sul Rendimento Energetico degli Edifici (EPBD) dando maggior rilievo al riscaldamento e raffrescamento da FER, e in particolare da biomasse. Intervenire sulla politica fiscale con la definizione e applicazione della “carbon tax” per compensare le ester- nalità negative dei combustibili fossili che non si riflettono sul mercato; l fissare obiettivi ambiziosi e a lungo termine procedendo a un raffor- zamento dei target assegnati alle bioenergie nell’aggiornamento del PNIEC in adeguamento ai nuovi obiettivi previsti dalla Commissione Eu- ropea. In particolare, sarà necessario aumentare la quota dei consumi di energia prodotta con fonti rinnovabili al 2030 dal 30% attualmente previsto dal Piano al 35% necessario per rispettare gli impegni di Parigi e, di conseguenza, anche le biomasse dovranno dare un significativo contributo sia per gli usi termici sia per la produzione di energia elettrica, soprattutto con la diffusione di impianti di teleriscaldamento e cogene- razione a elevata efficienza di conversione e basse emissioni e del bio- metano e, per quel che riguarda il settore dei trasporti, la produzione di biocarburanti avanzati; l confermare le condizioni previste dalla normativa europea e nazionale in vigore e di prossima adozione per conseguire un approvvigionamento e un utilizzo sostenibile delle biomasse; l promuovere, attraverso il potenziamento e l’innovazione della meccaniz- zazione, la maggiore mobilitazione possibile delle biomasse territorial- mente disponibili per garantirne una utilizzazione più cospicua; l garantire una prospettiva di medio termine agli impianti prossimi all’e- saurimento della vita incentivata, stimolando l’upgrading tecnologico e il ricorso a soluzioni efficienti e sostenibili; l riconoscere il valore aggiunto degli impianti cogenerativi a servizio di realtà manifatturiere e ad esse connessi tramite infrastrutture dedicate, alimentati con scarti e sottoprodotti; l sostenere in modo più deciso la ricerca e l’innovazione sulle biomasse/ bioenergie e intervenire per preservare la leadership industriale e lo svi- luppo tecnologico del settore;25 IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA 25 3. Comunicazione e confronto con i cittadini e le istituzioni l favorire investimenti redditizi e stabili nel settore delle bioenergie, pro- muovere un sostegno finanziario agli investimenti che sia duttile e affida- bile, operare per una semplificazione e armonizzazione delle procedure amministrative propedeutiche alla costruzione degli impianti; l incentivare la produzione di energia da biomasse prevedendo sistemi di supporto distribuiti sull’intera filiera (trovare spazi anche nel PNRR); l procedere alla eliminazione graduale, ma irrevocabile, di tutte le forme di sussidio, dirette e indirette, ai combustibili fossili e adottare interventi mirati di “carbon tax”. La spinta alla crescita delle FER deve accompa- gnarsi a un deciso decommissioning sulle fossili, altrimenti tutti gli sforzi profusi non saranno sufficienti a raggiungere gli obiettivi prefissati; l operare per una efficace standardizzazione della qualità dei biocombu- stibili solidi e adottare quanto indicato dalle procedure di “eco-design” per incrementare l’efficienza energetica degli apparecchi termici e l’ot- temperanza alle norme sulle emissioni in atmosfera degli stessi; l favorire l’ammodernamento tecnologico degli impianti termici con misu- re di rottamazione già sperimentate in altri comparti (automotive, mec- canizzazione agricola, ecc.); l agevolare con adeguati strumenti normativi lo sviluppo di sistemi effi- cienti di teleriscaldamento/teleraffrescamento a biomasse. 27 14. Considerazioni conclusive I l ruolo della bioenergia sull’orizzonte del 2030 deve essere definito in considerazione di tutte le implicazioni relative al sistema energetico, eco- nomiche e ambientali. Innanzitutto, la programmabilità e la flessibilità caratteristiche di que- sta fonte sono fondamentali in un mix produttivo che vede crescere sem- pre più il contributo delle rinnovabili intermittenti. In termini di efficienza e autoconsumo, è molto rilevante il potenziale della cogenerazione da bio- massa, anche su piccola scala. Inoltre, guardando al futuro, va evidenziata la capacità di ridurre la dipendenza energetica sostituendo i combustibili fossili con quelli derivati da biomasse residuali, con un prezioso apporto in termini di circolarità e di integrazione tra il sistema elettrico e quello del gas, in linea con le strategie europee di recente emanazione. Infine, bisogna tenere in conto di come la filiera corta di approvvigiona- mento e valorizzazione (energetica e/o industriale) delle biomasse rappresenti uno stimolo all’economia locale, soprattutto per le zone montane e rurali e di come l’industria nazionale esprima delle eccellenze nella realizzazione di mac- chinari e nell’offerta di servizi legati alla produzione di energia da biomassa. Senza trascurare gli impatti ambientali riconducibili ai sistemi di produ- zione di energia elettrica, occorre stimolare l’efficientamento e il ricorso alle soluzioni più sicure e innovative nel settore del riscaldamento/raffrescamento: gli impianti di ultima generazione sono altamente performanti e dotati di si- stemi di abbattimento che permettono un rigoroso rispetto dei limiti di legge. Il graduale abbandono delle materie prime a elevato impatto ILUC deve lasciar spazio alla transizione del parco impianti esistente verso soluzioni alter- native e sempre più sostenibili. Gli obiettivi posti a livello europeo, con l’ade- guato supporto di misure nazionali, possono così rappresentare un’opportu- nità di sviluppo per un settore industriale dinamico e innovativo come quello della bioenergia. In un’ottica di utilizzo efficiente delle risorse, è da evitare la 28 IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA 28 dismissione totale di impianti ancora performanti e capaci di contribuire note- volmente alla stabilità e alla resilienza del sistema elettrico. In particolare, salvaguardando gli investimenti effettuati, occorre promuo- vere l’utilizzo di materie di scarto e di sottoprodotti, garantendo la completa tracciabilità delle filiere produttive attraverso un adeguato sistema di certifica- zione implementato a livello nazionale. Revisione 3, 7.10.2021IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA Position paper FREE IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA Coordinatore generale Vito Pignatelli Coordinamento di segreteria Roberto Murano Coordinamento editoriale Cooperativa Econnection Sergio Ferraris Editing Ester Stefania Lattanzio Progetto grafico / impaginazione Marco Giammaroli Tipografia Giammarioli www.tipografiagiammarioli.com Ottobre 2021Next >