< Previous20 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 7. Impianti fotovoltaici su edifici rurali 3C ertamente la copertura fotovoltaica degli edifici rurali, con particolare riferimento ai fabbricati strumentali all’attività agricola, è il primo punto su cui lavorare per favorire una più ampia diffusione degli impianti in ambito agricolo. In particolare, occorre favorire un più ampio sviluppo del fotovoltaico su edifici/strutture agricole, non solo collega- to alla rimozione dell’amianto ma anche al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici e delle stalle così da migliorare le prestazioni degli allevamenti sia in termini energetici che di benessere degli animali con inter- venti che possono favorire la mitigazione degli impatti emissivi. In generale va sostenuta la realizzazione di nuovi impianti da parte delle imprese agricole sia con riferimento all’autoconsumo che alla cessione di energia a terzi. A questo proposito è utile ricordare le specifiche misure che il PNRR ha previsto al riguardo. Nell’ambito della Missione 2 Rivoluzione verde e transi- zione ecologica, Componente C1 - Economia circolare e Agricoltura sostenibi- le è prevista la misura 2.2 Parco Agrisolare, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di ammodernamento e utilizzo di tetti di edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale per la produzione di energia rin- novabile, nella fattispecie pannelli fotovoltaici, per una potenza complessiva di 0,43 GW e una superficie di 4,3 milioni di m 2 . La misura prevede che le installazioni siano realizzate contestualmente alla rimozione dell’eternit/ amianto sui tetti, ove presente, e/o il miglioramento della coibentazione e dell’aereazione. L’efficacia e la diffusione della misura dipenderà in gran parte dalla tipo- logia degli strumenti incentivanti che saranno adottati e da procedure autoriz- zative semplificate. Considerato che le risorse a disposizione pari a 1,5 Mld di € dovranno es- sere spese entro il 2026; al momento non sono ancora noti i criteri dei bandi; è oggettivamente prevedibile che le procedure per l’assegnazione degli incen-21 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 21 7. Impianti fotovoltaici su edifici rurali tivi saranno avviate nel corso del 2022; i tempi a disposizione sono ristretti e sarebbe urgente accelerare. Partendo dalle recenti novità sulle comunità per l’energia rinnovabile e tenuto conto dell’obiettivo di massimizzare i consumi locali delle produzioni da FER, occorrerebbe favorire la realizzazione di impianti destinati in primis all’autoconsumo in tutti gli edifici aziendali (oggi il premio autoconsumo del FER 1 si limita a sostenere i consumi dell’edificio su cui è realizzato l’impianto) come anche in edifici aziendali e utenze situati in altre unità locali (es. utenze relative a sistemi di irrigazione), favorendo nello stesso tempo da parte dell’im- presa agricola la cessione/vendita di energia a soggetti terzi pubblici o privati nell’ambito delle Comunità energetiche rinnovabili. Al fine di traguardare i nuovi obiettivi occorre rivedere le attuali politiche di sostegno al fotovoltaico, a partire dal nuovo decreto di incentivazione del fotovoltaico che farà seguito al DM FER 1. Considerato che la misura del PNRR sul parco agrisolare sarà sicuramente utile ma insufficiente a diffondere il fotovoltaico sui tetti degli edifici rurali e agroindustriali, suggeriamo di seguito alcune prime proposte per ulteriori for- me di promozione della produzione fotovoltaica in questo ambito: l stabilire un plafond di potenza specifico per fabbricati rurali strumentali; l estendere la tariffa onnicomprensiva agli impianti su edifici/fabbricati ru- rali di potenza fino a 500 KW; l sostenere ulteriormente l’autoconsumo e i sistemi di stoccaggio; l prevedere una modifica del premio autoconsumo con allargamento a utenze diverse da quelle dell’edificio su cui è realizzato l’impianto; l accesso ai benefici del Credito 4.0 (L.160/2020 art.1, c. 184-197) per FV realizzati da imprese agricole. Inoltre prevedere le seguenti modifiche alle politiche fiscali: l estendere il Superbonus per l’efficientamento di fabbricati rurali con in- stallazione fotovoltaico (estensione ai soggetti in reddito d’impresa oltre che alle persone fisiche) con priorità agli edifici destinati all’attività agri- turistica.22 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 22 8. Altre opzioni oltre le coperture degli edifici rurali V anno pertanto individuate soluzioni tecnologiche in grado di garantire il maggior grado di integrazione possibile, tra la produzione agricola e la produzione energetica, nel rispetto delle norme vigenti che tutelano territorio e il paesaggio. L’ulteriore sviluppo del fotovoltaico realizzato su superfici diverse dalle coperture dovrà essere accompagnato da una corretta pianificazione a livello territoriale e regionale. Questa pianificazione che deve preservare il proseguimento delle attività agricole, anche in ottica di promozione del turismo e della tutela della biodiversità, potrà definire le rego- le per l’utilizzo del suolo a soli scopi energetici di aree agricole abbandonate, marginali o non idonee alla coltivazione. In relazione alla normativa vigente sul fotovoltaico in aree agricole e te- nuto conto della necessità di mantenere produttivi i terreni idonei alla coltiva- zione o, meglio, incrementarne la fertilità, comunque di garantire il proseguo o l’avvio di un’attività agricola/di allevamento o di miglioramento della biodi- versità, si ritiene che l’ulteriore sviluppo del fotovoltaico a terra, come verrà esemplificato nel parafo successivo, possa essere principalmente ricondotto all’agro-fotovoltaico su terreni produttivi o comunque suscettibili di essere re- cuperati all’attività agro-pastorale.23 3FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA N ell’ambito del PNRR, la Missione 2 prevede nel quadro del- la Componente 2 Energia Rinnovabile la misura: Sviluppo agro-voltaico finalizzato a diffondere impianti agro-voltaici di medie e grandi dimensioni, prevedendo investimenti che non compromettano l’utilizzo dei terreni dedicati all’agri- coltura, ma contribuiscano alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte, anche potenzialmente valorizzando bacini idrici con soluzioni galleggianti. Contestualmente, la misura prevede il monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia. Le risorse previste per questa misura ammontano a 1,1 Mld di €. L’obietti- vo dell’investimento è installare a regime una capacità produttiva da impianti agro-voltaici di 1,04 GW. Va sottolineato positivamente il fatto che il PNRR abbia esplicitamente previsto questa importante misura che va nella giusta direzione. Nel merito vi è da osservare che: l rispetto alle oggettive necessità di incrementare le potenze di fotovoltai- co da installare, quelle oggetto di questa misura sono limitate. Sarebbe stato necessario un maggiore investimento; l le indicazioni contenute nella misura sono ancora molto generiche, ad esempio nelle espressioni come: “impianti agro-voltaici di medie e gran- di dimensioni”; l anche in questo caso non vi sono ancora informazioni su quale tipologia di strumenti incentivanti si intende adottare e su quali criteri di assegna- zione; l al momento non esiste nel nostro impianto legislativo una definizione di impianto agro-voltaico. Come Coordinamento Free nel corso della au- 9. Le soluzioni agro-fotovoltaiche 24 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 24 dizione nelle commissioni competenti su atto di Governo 292 abbiamo proposto di adottare, nel recepimento della Direttiva RED II, la seguen- te definizione: «‘agrovoltaico’ impianto fotovoltaico realizzato su terreni classificati come agricoli, nel rispetto dell’uso agricolo e/o zootecnico del suolo, anche quando collocato a terra, che non inibisce tale uso, ma lo integra e supporta garantendo la continuità delle attività preesistenti, sulla stessa porzione di suolo su cui insiste l’area di impianto, contri- buendo così a ottimizzare l’uso del suolo stesso con ricadute positive sul territorio in termini occupazionali, sociali e ambientali». Sempre in tema di possibili soluzioni percorribili di agro-fotovoltaico, il DL semplificazioni 77/2021 elimina il divieto di accesso al supporto pubblico per progetti agro-fotovoltaici che presentino determinate caratteristiche e, in particolare: l impianti agro-fotovoltaici che adottino soluzioni integrative innovati- ve con montaggio dei moduli elevati da terra con eventuale utilizzo di inseguitori solari; l soluzioni che non compromettano la continuità dell’attività agricola e pastorale; l soluzioni che possono eventualmente consentire l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione; l installazione di un sistema di monitoraggio che possa verificare la con- tinuità dell’attività agricola misurando elementi come l’impatto sulle colture e sulla loro produttività ed il risparmio idrico. In tema agrovoltaico è necessario fornire agli agricoltori potenzialmente interessati informazioni dettagliate circa le diverse opzioni e soluzioni che la attuale tecnologia dispone, anche sulla base di esperienze già realizzate a livello nazionale e internazionale. La nostra agricoltura è molto diversificata e comprende una ampia gam- ma di settori produttivi: seminativi, colture arboree, orticoltura, floricoltura, zootecnia, pascoli, ecc. Anche il contesto territoriale, le caratteristiche dei suoli, la giacitura, le dimensioni delle aziende agricole, le forme di conduzione sono molto diver- sificate, quindi ogni intervento agrovoltaico va progettato e dimensionato te- nendo conto di queste specificità. Proprio perché ciascuna realizzazione agrovoltaica costituisce una occa- sione di sviluppo dell’impresa agricola, proponiamo che questa si configuri 25 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 25 9. Le soluzioni agro-fotovoltaiche come un vero “progetto di sviluppo agrovoltaico” elaborato con il supporto di un agronomo che lo assevera e i cui contenuti seguono un preciso layout che dà conto delle caratteristiche produttive pre e post intervento, delle caratteri- stiche dei suoli, della quantità e finalizzazione dell’energia prodotta (quota im- missione in rete, eventuale partecipazione a una CER, autoconsumo, eventua- le attivazione nuovi sistemi irrigui di precisione, eventuale riconversione con trattori elettrici, eventuale nuovo piano colturale con colture protette, ecc.). Nel progetto di sviluppo dovrebbero altresì essere descritte le caratteristi- che dell’intervento agrovoltaico, sesto d’impianto dei pali, sistemi monoassiali a inseguimento, pannelli verticali, altro. Nella articolazione dei sistemi incentivanti sarebbe auspicabile l’inseri- mento di criteri premianti per gli interventi che presentano le migliori solu- zioni. Ad esempio impianto agrovoltaico contrattualizzato con una CER o in- troduzione di innovazioni del processo produttivo agricolo grazie all’energia prodotta dall’impianto, ovvero rimessa in coltivazione di terreni in precedenza incolti o abbandonati. Questo tipo di approccio consentirebbe di garantire una reale connessio- ne della tipologia agrovoltaica alle imprese agricole e al territorio ma anche di affermare un modello che potrebbe essere diffuso anche oltre i benefici del PNRR. Le Figure 1 e 2 illustrano le configurazioni sviluppate in particolare in Ger- mania. Figura 1 - Agro-fotovoltaico tradizionale Figura 2 - Agro-fotovoltaico tradizionale26 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 26 Queste soluzioni riducono però, seppur in misura contenuta, la produzio- ne agricola a causa degli ombreggiamenti, e hanno costi aggiuntivi rispetto all’installazione a terra, in parte compensati dall’irraggiamento riflesso dal ter- reno, se i pannelli sono a doppio vetro. Viceversa, automaticamente si realizza un impianto agro-fotovoltaico senza costi aggiuntivi, quando in un’area agri- cola i pannelli fotovoltaici sono dotati di tracker monoassiali, tecnologia oggi prevalente negli impianti proposti nel centro-sud d’Italia, ma lo sarà anche in aree settentrionali, grazie all’utilizzo di moduli da 500 Wp. Per risultare ottimale, la soluzione con strutture fisse e con moduli posti a una certa altezza, illustrata in Figura 3, richiede installazioni a quota significa- tiva (2,5-4 m), necessarie per permettere il passaggio agevole delle persone o dei macchinari di lavorazione, e adeguato distanziamento tra i moduli, per evitare ombreggiamenti reciproci. Figura 3 – Agro-fotovoltaico con tracker monoassiali Nella soluzione con tracker, il loro spostamento per inseguire la traiettoria del sole evita l’ombreggiamento permanente di una parte del suolo. Ad esempio, in due progetti agro-fotovoltaici in fase autorizzativa nel Co- mune di Uta, in Sardegna, di potenza nominale pari a 31,522 e 25,948 MWp, la copertura è in un caso è di circa 16,5 ettari su una superficie totale impegna- ta di circa 57 ettari, nell’altro è di 15,5 su 42,6 ettari. L’altezza e il distanziamento sono quindi di per sé tali da non incidere sulla normale attività agricola. Inoltre, è possibile distanziare maggiormente i 27 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 27 9. Le soluzioni agro-fotovoltaiche tracker per lasciare liberi corridoi a riposo per avvicendamenti colturali e per pratiche di manutenzione programmata (Figura 4). Figura 4 – Distanziamento esteso Figura 5 – Agro-fotovoltaico con pannelli bifacciali Altra soluzione è quella adottata in Germania, con pannelli fotovoltaici bifacciali posti in verticale (Figura 5). Si segnala che tale soluzione non otti- mizza la produzione da fotovoltaico e quindi va valutata caso per caso la sua applicabilità. L’evoluzione tecnologica sta dunque rendendo più conveniente l’installa- zione di impianti fotovoltaici utility scale che, per massimizzare il ritorno eco- nomico dell’investimento, sono sollevati da terra, con modalità che non alte- rano la produzione agricola sottostante o possono addirittura promuoverla, se installati su arre incolte. 28 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 10. Impianti fotovoltaici a terra I n ottica di raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, sarà necessario consentire e favorire anche la realizzazione di impianti fo- tovoltaici a terra su aree agricole abbandonate, marginali o comunque di- chiarate non idonee alla coltivazione, sulle quali poter realizzare iniziative totalmente dedicate alla produzione di energia rinnovabile, d’intesa con i proprietari agricoli. Riteniamo che questi impianti possano vendere l’energia elettrica prodot- ta attraverso PPA (Power Purchase Agreement, accordo di fornitura di energia elettrica a lungo termine tra due parti) o aste del GSE e, d’intesa con l’im- prenditore agricolo, possano essere sviluppati in maniera disgiunta dall’attività agricola. Se le condizioni locali lo consentono, si potranno considerare diverse opportunità, come quella suggerita dall’esperienza di Sant’Alberto, un’area agricola situata in provincia di Ravenna, dove da anni funziona un impianto fotovoltaico della potenza nominale di 35 MWp, con un’estensione di 71 ettari (ma l’effettiva superficie coperta dai pannelli è inferiore al 40%), integrato a un allevamento estensivo di ovini (Figura 6). Figura 6 – Pecore che pascolano presso l’impianto FV29 FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA. PROPOSTE PER UNA RELAZIONE VIRTUOSA 29 10. Impianti fotovoltaici a terra Prima della realizzazione dell’opera, la condizione dei terreni, seguiva il declino dell’agricoltura locale, con la sola esclusione dei terreni coltivati a bie- tola da zucchero. Gli altri versavano in stato di totale abbandono, malgrado la ricerca di una loro valorizzazione, messa in atto con continue variazioni della tipologia di coltivazione. In abbinamento all’installazione dell’impianto fotovoltaico, si è scelta l’in- tegrazione con l’avvio di un allevamento ovino, finalizzato a creare una filie- ra produttiva lattiero-casearia. Le strutture dei pannelli fotovoltaici sono state concepite e installate in maniera tale da non ostacolare il passaggio e il pa- scolo degli animali. L’insediamento, ne ha migliorato le caratteristiche pedo- logiche, grazie a un’accurata selezione delle sementi impiegate, tra le quali la presenza di leguminose, fissatrici di azoto, in grado di svolgere un’importante funzione fertilizzante del suolo.Next >