Decreto Aree Idonee da riscrivere

Rinnovabili, Piattelli (FREE): “Bene la sentenza del Tar sulle Aree Idonee, ora si cambi passo. Non possiamo più aspettare”

[Roma 14 maggio 2025] – Ieri il Tar Lazio ha pubblicato la sentenza n. 9155/2025, accogliendo alcuni dei rilievi avanzati da ANEV contro il decreto ministeriale del 21 giugno 2024 sulle Aree Idonee per gli impianti da fonti rinnovabili. Una decisione del TAR Lazio che in sostanza chiede al MASE di riscrivere le parti del Decreto Aree Idonee che regolamentano il regime transitorio e i criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee.

Il Tar ha infatti annullato l’articolo 7, commi 2 e 3 del decreto, imponendo al Ministero dell’Ambiente di riformulare le regole entro 60 giorni. Un colpo al cuore di un impianto normativo del Decreto Aree Idonee che, come denunciato da più parti e anche dal Coordinamento FREE, mancava di una adeguata tutela per gli impianti già in corso di sviluppo al momento della sua emanazione e lasciava troppa libertà alle regioni nella individuazione dei criteri per la definizione delle aree non idonee, con il rischio di avere leggi regionali sulle Aree Idonee non omogenee e mancanti dei criteri minimi necessari per il raggiungimento degli obbiettivi di installazioni di energie rinnovabili al 2030.

«È una sentenza importante – commenta Attilio Piattelli, presidente di FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) – che conferma quanto sosteniamo da mesi: servono regole chiare, coerenti e soprattutto omogenee a livello nazionale per l’individuazione delle aree idonee e non idonee, per evitare che i criteri siano troppo disuniformi a livello regionale. Riprendendo esattamente le parole presenti nella sentenza del TAR Lazio,  nel Decreto Aree Idonee “manca l’individuazione di criteri tecnici di tipo oggettivo, correlati ad aspetti strettamente inerenti alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale, idonei a guidare le Regioni nell’esercizio delle attribuzioni ad esse spettanti “» .

«Ci auguriamo che il nuovo decreto arrivi entro i 60 gg previsti dalla sentenza – prosegue Piattelli – Non possiamo continuare a perdere tempo con norme che generano confusione e rallentamenti nello sviluppo e autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili.  Condividiamo i target di nuove FER al 2030, previsti dal Governo nel PNIEC, ma chiediamo che le norme emanate siano coerenti e idonee al raggiungimento di questi obiettivi. Oggi, purtroppo questa sensazione non l’abbiamo se guardiamo al Decreto Aree Idonee e al Decreto Agricoltura».

Una vittoria giudiziaria che suona però amara perché la Transizione Energetica e gli obiettivi al 2030 non dovrebbero essere raggiunti con ricorsi e sentenze ma con una evidente volontà delle istituzioni di emanare norme che siano coerenti con questi obiettivi e questo si può ottenere anche migliorando il confronto con gli operatori di settore.

In allegato la sentenza del Tar

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