70 Gw di rinnovabili non si creano con la bacchetta magica. Si passi dalle parole ai fatti. Nei mesi che ci separano dal nuovo governo si continui a lavorare su rinnovabili ed efficienza
«70 GW di rinnovabili non si creano con la bacchetta magica. Draghi nel suo ultimo intervento in Senato ha parlato di almeno 70 GW di nuove rinnovabili da installare entro il 2030. Invece, a causa di semplificazioni incomplete a volte contraddittorie, siamo molto lontani dal rispettare il ritmo necessario. Anche per questo non è pensabile perdere i mesi che ci separano dalla formazione di un nuovo governo. – afferma il presidente del Coordinamento FREE, Livio De Santoli – Il Presidente Mattarella nel prendere atto delle dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi e sciogliendo le Camere ha rimarcato che le crisi che stiamo vivendo non consentono a nessuno di fermarsi e ha quindi voluto sottolineare che il Governo, che resta in carica “per gli affari correnti”, ha i poteri per completare gli atti necessari per affrontare nell’emergenza quelle crisi. E d’altra parte tale impegno è stato ribadito dallo stesso Draghi nel Consiglio dei Ministri che è seguito. Tra le crisi c’è stato l’esplicito riferimento a quella energetica che in autunno s’aggraverà abbattendosi su cittadini e imprese».
«Nel solco delle indicazioni del Presidente della Repubblica, è indispensabile che il Governo emani tutti i decreti attuativi che come dire “sono rimasti appesi”. – prosegue Livio de Santoli – A partire dal Decreto Biometano pronto da mesi, e per cui ci risulta sia arrivato anche l’ok europeo; quelli sulle comunità energetiche per cui è indispensabile l’accelerazione delle relative deliberazioni dell’ARERA , cui dovranno seguire immediatamente i bandi del MITE per i piccoli comuni come è stato di recente richiesto con forza da oltre 100 associazioni di imprese e del terzo settore in una appello pubblicato dal quotidiano Avvenire; non si dovranno fermare poi le aste per eolico e fotovoltaico che sino adesso hanno avuto scarso successo a causa dell’aumento dei costi della tecnologia che non sono stati aggiornati come base d’asta, ma che oggi potrebbero suscitare qualche interesse in più da parte delle aziende perché finalmente qualche semplificazione, seppur in ritardo e incompleta, è finalmente arrivata e perché garantirebbero comunque costi dell’energia molto più bassi. Poi ci sono tanti altri provvedimenti che rischiano: la definizione di aree idonee, che per l’eolico non sono individuabili su base della risorsa da parte della pubblica amministrazione, l’agrivoltaico (cui il relativo provvedimento è “in consultazione”, FER2 (che si attende da anni) sulle “rinnovabili innovative”. Non ci dimentichiamo poi dei molti GW di autorizzazioni pronte e bloccate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che potrebbero essere sbloccate con un semplice intervento di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. Riteniamo inoltre urgente una campagna per promuovere l’efficienza energetica nei diversi settori, per cui già esistono fondi disponibili come quelli del Piano di informazione e formazione del D.lgs. 102/2014 al fine di mitigare gli effetti del caro energia e ridurre il rischio di disponibilità dei combustibili».
«Infine c’è l’indispensabile aggiornamento del PNIEC ma per quello si dovrà senz’altro aspettare il nuovo Governo con la speranza che sappia elaborare tempestivamente un documento adeguato a rispettare gli impegni europei e ad affrontare le sfide che ci attendono per combattere la crisi climatica e liberarci dalla dipendenza dai fossili», conclude Livio de Santoli.
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