Energia: Zorzoli(FREE), sen presenta luci ed ombre

Roma, 13 novembre 2017 – “La SEN conferma sostanzialmente il giudizio del Coordinamento FREE sul documento di consultazione, con un passo in avanti per il contributo delle rinnovabili (28% invece che 27%), dovuto al passaggio delle rinnovabili elettriche dal 48-50% al 55%, come da noi richiesto nel corso della consultazione. Positivo anche l’anticipo al 2025 del phasing out del carbone e l’obiettivo del 30% del trasporto pesante e del 50% del bunkeraggio, coperti da GNL, come pure le più approfondite indicazioni sugli strumenti per favorire lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, che vanno però tradotte in misure “organiche”. Altrettanto positiva è la valutazione del ruolo del biometano, mentre è solo marginalmente citato il power to gas ed è del tutto trascurato il contributo della geotermia a circuito chiuso”. Lo scrive in una nota Gb Zorzoli, presidente del Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, commentando il documento della Strategia energetica nazionale, presentato dal Governo.
“A fronte dell’ottimismo sui risultati conseguiti nel 2010-2015 per le rinnovabili, (in parte dovuti a rivalutazioni dei dati del 2010), la SEN non mette in evidenza l’impegno richiesto per raggiungere gli obiettivi al 2030, il cui trend, come indica lo scenario al 2050, non sarebbe comunque sufficiente a raggiungere nel 2050 quelli previsti dalla roadmap europea. La produzione elettrica con rinnovabili dovrebbe crescere di quasi tre volte rispetto al 2015, incremento quasi totalmente affidato a eolico e fotovoltaico: nella poco probabile ipotesi che si incominci nel 2018, la nuova potenza fotovoltaica installata annualmente dovrebbe ad esempio crescere più di 5 volte rispetto al 2016, obiettivo realizzabile solo se da subito si varano misure che consentano di realizzarlo. Il contributo termico, con i vincoli posti alle bioenergie e la scarsa fiducia riposta nel solare termico, da noi già sottolineato nella consultazione, sarebbe difficilmente raggiungibile puntando essenzialmente sulle pompe di calore”.
“Modesta è la riduzione di soli 10 Mtep dei consumi finali di energia, dovuta in particolare alla sottovalutazione del contributo che può dare la mobilità sostenibile, su cui il documento finale conferma la carenza (salvo che per il trasporto marittimo e pesante su strada) di obiettivi puntuali e ancor più di indicazioni sugli strumenti per favorire lo sviluppo di mezzi alternativi, che viceversa vengono fornite per aumentare l’efficienza in altri settori. Poiché si tratta del settore industriale dove nel prossimo decennio si avranno le maggiori trasformazioni, questo silenzio contraddice l’obiettivo, che giustamente la SEN si pone, di governare la transizione, salvaguardando le opportunità di sviluppo economico e occupazionale”.
“Infine, per il gas si continua a indicare investimenti (infrastrutture, nuovi cicli combinati) e obiettivi (metanizzazione della Sardegna), contraddetti persino dalla riduzione del 10% della domanda di gas tra il 2015 e il 2030, indicata nella SEN, riduzione che sarà maggiore già nel 2030 e comunque destinata ad accentuarsi nel periodo successivo, per cui investimenti aggiuntivi in gasdotti, oltre a non essere rimunerativi, peserebbero sul prezzo del gas, che invece la SEN afferma di volere ridurre”.

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